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Benessere
Martedì 14 Gennaio 2020
Probiotici e Prebiotici: di cosa si tratta?
Un viaggio nel mondo del microbiota con Marina Penzo, Naturopata, Biosapori Vicenza 
Una buona convivenza con i miliardi di microrganismi che vivono dentro e fuori di noi, è fondamentale alla nostra sopravvivenza e ce lo dimostrano gli esperimenti fatti su animali cresciuti in completo isolamento “ privi di germi”, totalmente sterili: i cambiamenti strutturali e funzionali relativi all’apparato gastroenterico ma non solo,sono del tutto incompatibili con la vita. E’come se venisse a cessare il prezioso dialogo con l’ambiente circostante: il microbiota che totalmente ci riveste, anche internamente, costituisce l’interlocutore intermediario tra noi e il mondo! Vediamo, per quanto possibile, di fare un po’ di chiarezza in questo interessante argomento.

COSA SI INTENDE PER MICROBIOTA?
Ebbene, che ci piaccia o no, ospitiamo fuori e dentro di noi miliardi di microrganismi anzi, sono più loro che le cellule stesse del nostro corpo. Si tratta non solo di batteri, ma anche di virus e funghi che popolano tutte le mucose dalla bocca all’ano, presenti anche nell’apparato urogenitale, respiratorio…li troviamo nelle lacrime, nel sangue, che non è sterile come si pensava, come su tutta la pelle (20% del totale): pensiamoci quando usiamo detergenti, creme o cosmetici e perfino le protezioni solari!!! La maggior quantità alberga nel Grosso Intestino (30%). E’ importante sapere che: questa estesa comunità è costituita da microrganismi che comunicano e cooperano costantemente tra loro, sanno quanti e quali popolazioni diverse ci sono, reagiscono ai cambiamenti del loro terreno e costituiscono un vero e proprio organo-comunità che interagisce con noi in maniera spettacolare.

MA DA DOVE PRENDIAMO TUTTI QUESTI MICROBI?

La nostra colonizzazione inizia già nella pancia della mamma: attraverso il sangue materno, oltre ad infinite suggestioni dell’ambiente in cui vive la madre, persino aromatiche ed alimentari, arrivano batteri che iniziano ad abitarci. Tutto incide in queste prime fasi, anche eventuali malattie materne, o stress fisici o psichici subiti in gravidanza. Arriva poi il momento della nascita e qui farà la differenza se ci affacceremo al mondo attraverso un parto spontaneo o cesareo, a casa o in ospedale. Determinante sarà il momento dell’allattamento: quello al seno, in quanto predisposto da madre natura, resta a tutt’oggi il più adatto per fornire al neonato un alimento preziosamente unico, ricco di fattori di crescita e grassi utili al corretto sviluppo anche del cervello del cucciolo di uomo;, contiene inoltre bifidobatteri e speciali prebiotici oligosaccaridici, detti HMO, che sono digeribili solo da parte dei bifidi che li usano per il loro metabolismo.
Dopo la nascita inizia un avventuroso viaggio di contatto progressivo con il mondo esterno (mamma, papà, eventuali fratellini, casa, animali….) ricco di flora microbica che pian piano prosegue la sua colonizzazione andando a costituire, tra i 4 mesi e i 2-3 anni, quello che oggi viene chiamato il nostro specifico native core microbiota, che rappresenterà il nucleo duro della nostra microflora, la nostra “impronta digitale microbica”. Più grande sarà la biodiversità e migliore la qualità di questo microbiota iniziale, più sarà robusto e questo inciderà allora positivamente su tutta la nostra salute fisica, ma anche psichica, futura! Sono molto pericolose assunzioni di antibiotici, specie ripetute, in questi primi passi nella vita, ed anche un eccesso di igiene può incidere negativamente!

E PER MICROBIOMA COSA SI INTENDE?

Per microbioma o metagenoma, si intende invece l’insieme dei geni contenuti nel microbiota, geni che vengono per così dire messi a nostra disposizione. Se pensiamo che il nostro genotipo tra esseri umani si differenzia per meno dell’1% e per il resto siamo individui identici, si capisce come questo miocrobioma, diverso per ciascuno di noi, in quanto diversi sono i microrganismi che ci popolano, faccia davvero la differenza. Questi geni microbici codificano per noi enzimi aiutando la nostra digestione, sono in grado di influenzare il nostro metabolismo, la nostra capacità di resistere alle malattie, ci aiutano a degradare sostanze nocive e arrivano anche ad influenzare lo stato del nostro umore. Si può dire che alla nascita, oltre al corredo genetico parentale, “ereditiamo” anche un corredo ambientale che ci prepara a farci sentire a casa nel luogo in cui verremo al mondo.

ECOSISTEMA INTESTINALE

Lo possiamo immaginare come un condominio con una sua struttura, la mucosa intestinale, un impianto elettrico, il sistema nervoso enterico che assieme a quello endocrino si occupa di garantire una rapida comunicazione tra i vari piani e appartamenti, ed un impianto idraulico, il linfatico intestinale, che oltre ad acqua trasporta nutrienti e pattuglie scelte che raccolgono rifiuti ed eliminano indesiderati intrusi. Gli abitanti di questo condominio sono i microrganismi.

SIMBIOSI,EUBIOSI, DISBIOSI E…L’ULTIMA ARRIVATA: LA SIBO

La flora batterica e noi siamo in simbiosi se viviamo in un buon equilibrio, senza per così dire “pestarci i piedi”, ma anche senza che vi sia reciproco aiuto, in eubiosi se vi è vantaggio per entrambe le parti, e ci troviamo invece in disbiosi se l’ospite subisce dei danni locali e/o sistemici dagli organismi ospitati. La SIBO è sempre un’alterazione della flora batterica microbica intestinale, ma questa volta non si parla di IC, bensì di IT, e non di carenza microbica, ma di ipercrescita.

-Le cause possono essere molteplici e comprendono: carenze nutrizionali, alterazioni ormonali (es: ipotiroidismo), disfunzioni della valvola ileocecale, ipocloridria o atrofia gastrica, alimentazione scompensata a favore di carboidrati, assunzione di farmaci come i bloccanti di pompa protonica o la pillola anticoncezionale, alterata motilità intestinale (per motivi strutturali o secondaria all’assunzione di alcuni farmaci), etc.

-I sintomi che produce sono molteplici, ed è ovvio che sia così, essendo l’intestino collegato allo stato di benessere dell’organismo in toto, e vanno da manifestazioni umorali (depressione, ansia, stanchezza mentale,…) a manifestazioni a carico dell’apparato respiratorio (asma, allergie,…) o cutaneo (eczemi, acne, rosacea!!!,…), oppure digestivo ( difficoltà digestive, nausea, gonfiore e dolore addome , specie peri e sottombelicale).

Tra le cause di disbiosi ricordiamo invece le cure farmacologiche, a partire dagli antibiotici, le tossinfezioni alimentari, le infezioni batteriche o virali, lo stato dello stomaco, inquinanti ambientali, come i famigerati metalli pesanti, interventi chirurgici, anestesie, forti stress fisici/psichici,….

La nostra attenzione deve essere rivolta, in primo luogo, a prenderci cura della nostra alimentazione, che, oltre ad avere un buon equilibrio tra carboidrati complessi e proteine (non mi addentro nell’argomento perchè necessiterebbe di un ampio spazio per trattarlo adeguatamente), dovrà essere ricca di alimenti vivi, di vegetali cresciuti in terreni vivi! Un terreno “morto” produce vegetali poveri e deboli, quasi “morti”: il nostro ecosistema intestinale sta come sta Madre Natura, se non c’è forza vitale e biodiversità fuori, che vitalità avremo noi dentro?

devastare la madre terra significa devastare alla radice tutta la catena alimentare e gli intestini di noi uomini, ultimi anelli della catena, primi nell’opera di distruzione. 

SPECIE MICROBICHE

Innanzitutto chiariamo due cose:

(1) siamo ancora come delle scimmie che cercano di capire il funzionamento di un computer di fronte a questo mondo microbico a noi interconnesso, ne sappiamo cioè ancora molto meno di quanto non si dia a credere
(2) la parte del microbiota più conosciuta è quella che vive nell’Intestino Crasso perché è quella che più si riesce a studiare senza ricorrere a metodi invasivi. Sulla qualità e quantità di specie microbiche della nostra flora, influiscono molteplici fattori. Vediamone alcuni: età, dieta, farmaci, xenobiotici, stress, particolari condizioni fisiologiche, genetica,…La maggior parte delle patologie, e non sarebbe azzardato dire tutte!, è correlata allo stato del nostro microbiota, e non è una novità se pensiamo che già il dr. Bach, conosciuto come l’ ideatore geniale della floriterapia, aveva creato i suoi nosodi omeopatici dopo aver individuato e associato determinate situazioni intestinali a precisi stati psicofisici dei suoi pazienti.

Oggi la Psiconeuroendocrinoimmunologia (P.N.E.I.) ha dato veste scientifica ad un sapere antico che ci ha sempre visti come ORGANISMO, un tutto integrato, che è più della somma delle sue parti, e in cui queste parti, oltre a comunicare tra loro, sono in relazione con l’ambiente circostante, relazione senza la quale la Vita stessa è impossibile. Sempre rispolverando vecchie ma attuali verità, possiamo dire che:

“nel nostro intestino creiamo i presupposti del nostro benessere, ma possiamo anche fabbricare i chiodi per la nostra bara”.

Sulle superfici mucosali, ceppi diversi prediligono sedi diverse. Si installano a seconda del pH, degli alimenti che vi trovano e della vicinanza o meno al lume intestinale: presso il lume l’ossigeno favorisce le specie aerobie,mentre più si penetra negli strati mucosi sottostanti, più sono privilegiate quelle anaerobie. Percorrendo il lungo tubo che ci attraversa, passiamo da un massimo di acidità nello Stomaco (pH 2 circa), per trovarci poi in zone di relativa basicità nell’Ileo e nel Crasso, per scendere di nuovo a pH5 nel sigma e nel retto. In generale possiamo suddividere la nostra flora in due classi fondamentali:

-la flora saccarolitica-fermentativa (streptococchi, bifido batteri e lattobacilli) che utilizza prevalentemente glucosio e produce acido lattico ed acetico benefici per l’ecosistema intestinale. E’ prevalente nel bambino piccolo, pieno di energie vitali, nato da parto eutocico ed allattato fisiologicamente al seno. Questa è la flora più sana, che ci giochiamo un po’ alla volta crescendo e ancor più adottando gli stili di vita dettati dalla nostra società “schizofrenica”….Allora ci percepiamo sempre più stanchi e la vitalità di un tempo ci pare vada inesorabilmente scemando.

-la flora proteolitica-putrefattiva, costituita da Escherichia, Klebsiella, Proteus, Clostridi, Bacterioides,…che utilizza prevalentemente aminoacidi producendo sostanze dannose come etanolo, scatolo, indolo, fenoli, ammoniaca,…

Si capisce come le nostre scelte alimentari influenzino il prevalere dell’una o dell’altra.
“nel nostro apparato gastrointestinale, il fatto che i patogeni non esprimano la loro pericolosità, dipende dall’equilibrio numerico spostato a favore degli eubiotici o probiotici; ricordiamo che ogni caso di tumore ha un intestino in disbiosi”

Vediamo, per fare solo qualche esempio, alcuni probiotici e loro sedi:
-i Bifidi colonizzano per lo più l’intestino tenue
-il Lactobacillus acidophilus si trova nei pressi della valvola pilorica dove esercita anche un’attività battericida, nonché nel duodeno, nel tenue prossimale e nei pressi della valvola ileo-cecale
-il L.Rhamnosus colonizza il Crasso assieme ad altri Lattobacilli, tra cui il Salivarius.

FUNZIONI DELLA MICROFLORA PROBIOTICA

Il microbiota garantisce il buon mantenimento della struttura e la motilità dell’intestino e ne modula la funzione immunologica. Suo bersaglio diretto è l’intestino ma beneficia degli effetti della sua attività l’intero organismo.

In particolare i probiotici:
-sintetizzano vitamine, in particolare quelle del gruppo B e la vit.K
-digeriscono il lattosio producendo benefico ac.lattico che abbassa il pH dell’intestino
-inibiscono i batteri che trasformano i nitrati in nitriti potenzialmente pericolosi
-migliorano la sensibilità all’insulina che viene ridotta in presenza di Escherichia coli.
-fermentano i carboidrati producendo acidi grassi benefici e anidride carbonica
-acidificano l’ambiente intestinale inibendo così la crescita dei batteri patogeni
-degradano sostanze potenzialmente cancerogene presenti negli alimenti
-producono enzimi proteolitici
-sintetizzano acidi grassi a corta catena (SCFA) che nutrono gli enterociti, sono dotati di effetto catartico, modulano la differenziazione cellulare e inibiscono la gluconeogenesi
-impediscono l’eccessiva proliferazione di specie patogene occupando i posti disponibili per competizione e producendo sostanze ad attività antibiotica
-modulano il sistema immunitario associato alle mucose: hanno azione immunomodulante ed immunostimolante; la alterazione del microbiota dopo antibioticoterapia equivale ad un quadro di immunodeficienza
-metabollizzano la bilirubina, deconiugano i sali biliari ed intervengono nella degradazione degli ormoni steroidei
-provvedono all’attivazione farmacologica di alcune sostanze e all’inattivazione di altre
-diminuiscono il colesterolo ematico in quanto degradano il colesterolo intestinale rendendolo così non assorbibile.

CARATTERISTICHE DEI PROBIOTICI
-sono umano compatibili
-vivi e rivivificabili, devono giungere vitali al colon
-sono acidofili, resistenti in ambiente acido
-agiscono selettivamente su alcuni substrati intestinali
-sono riconosciuti e tollerati dal nostro Sistema Immunitario e ne modulano l’attività
-sono in grado di aderire alle mucose
-sono in grado di riprodursi, formare colonie e di rinnovarsi per più generazioni, risultando così stabili e permanenti
-sono capaci di inibire la crescita di batteri patogeni e di competere con la flora putrefattiva
-sono benefici per il trofismo intestinale
Sono chiamati PROBIOTICI per la loro azione favorevole, PRO-,verso la nostra vita, BIOS.


COSA SONO INVECE I COSIDDETTI “FERMENTI LATTICI”?

-sono batteri dotati di attività enzimatica di fermentazione del latte riguardante il componente zuccherino (lattosio), che usano per nutrirsi, crescere e moltiplicarsi
- producono acido lattico ed altre sostanze utili al benessere del nostro organismo
-sono transienti: non sono in grado di aderire e formare colonie!!!

QUANDO PUO’ ESSERE UTILE ASSUMERE PROBIOTICI?

-per ripristinare una eubiosi intestinale
-per supplementarli perché i nostri alimenti sono poveri di batteri a causa della conservazione, la detersione, la congelazione, etc.
-per aiutare la risoluzione di squilibri organici, in situazioni di stress, cure farmacologiche debilitanti, infezioni batteriche e virali


DEVE FARCI RIFLETTERE CHE

1) una carenza a livello intestinale di colonizzazione probiotica oggi è certo essere correlata con l’insorgere di numerose patologie, non solo fisiche, ma anche psichiche tra le quali si annoverano gli ormai diffusi stati ansio-depressivi, l’incapacità di far fronte allo stress, fino all’autismo ed alla stessa schizofrenia.
2) durante cure particolarmente aggressive, come le chemioterapie, l’intestino vede una crescita esponenziale di specie patogene, come il Proteus, la Klebsiella e della forma patogena della Candida albicans, significativamente contrastata da mirate somministrazioni di batteri “amici”, acidophili e bifidi. Ciò comporta un miglioramento del benessere generale del paziente e soprattutto una maggior capacità di risposta ai farmaci utilizzati. Gli studi documentano inoltre un aumento dell’efficacia dei farmaci con conseguente possibilità di ridurne il dosaggio, ed una parallela riduzione degli effetti collaterali indesiderati.

QUANDO E COME ASSUMERE I PROBIOTICI?

-I probiotici vanno assunti preferibilmente a stomaco pieno
-devono essere assunti lontano dagli antibiotici.
-le capsule possono essere aperte ed il contenuto può essere sciolto in acqua o altro liquido a temperatura ambiente (mai bevande calde!) o direttamente in bocca (o altra sede ove sia richiesto per intervenire sulla problematica in atto).
-tra i batteri c’è competizione, pertanto alcuni studiosi suggeriscono di non prendere nella stessa assunzione un minestrone di ceppi diversi.
-il momento migliore per assumerli potrebbe essere il mattino, dopo colazione e alla sera dopo cena.

…E I PRE-BIOTICI COS’ALTRO SONO E CHE RUOLO HANNO NELL’ECOSISTEMA?

Sono fibre, ma non solo fibre, sono sostanze per lo più non assorbibili dal nostro organismo, utilizzate dalla flora batterica per il suo metabolismo e di cui, in seconda battuta, risultiamo anche noi beneficiari. Sono stati fino a poco fa sottovalutati; in realtà, se do ad un intestino il giusto prebiotico, consento all’intelligenza dell’ecosistema intestinale di mantenere/recuperare gradualmente il suo equilibrio fisiologico. Infatti i prebiotici possono essere considerati la pappa per nutrire i batteri fisiologicamente giusti. Abbiamo visto che sono già presenti, e molto particolari, nel latte materno, dove vengono chiamati HMO e comprendono più di 200 tipi di oligosaccaridi.

Caratteristiche dei prebiotici:
-devono resistere alla digestione gastrica
-devono essere fermentabili dalla flora batterica simbionte che li deve metabolizzare in sostanze utili all’ecosistema intestinale
-devono perciò dare benefici sistemici alla salute dell’ospite
-devono essere capaci di stimolare selettivamente i batteri amici
-devono essere stabili alla cottura dei cibi per poter arrivare a destinazione sia che si introducano alimenti crudi che cotti.

Attualmente l’elenco delle sostanze ad azione prebiotica è esteso e comprende fibre resistenti alla nostra digestione e presenti nei vegetali (come le cellulose, le emicellulose e la pectina) e nei funghi come i betaglucani (oligosaccaridi di diverso peso molecolare e struttura) e la chitina; abbiamo inoltre fruttoligosaccaridi (FOS), come l’inulina, e galattoligosaccaridi (GOS), che favoriscono la crescita di bifido batteri e lattobacilli, disaccaridi, come il trealosio, costituito da due molecole di glucosio, diffuso in funghi, lieviti ed insetti, ed inoltre polifenoli insolubili che vengono metabolizzati dai batteri intestinali che li trasformano in più piccole molecole fenoliche bioattive. Si è notato che più è complessa la struttura molecolare dei betaglucani, maggiore è la loro efficacia prebiotica, come accade particolarmente nei funghi, I betaglucani dei funghi. Azione prebiotica hanno poi gli arabinogalattani, polisaccaridi a catena ramificata, costituiti da unità di arabinosio e galattosio. Sono presenti nelle piante, dove sono tra i costituenti fondamentali delle gomme,e si trovano anche nelle pareti microbiche come componenti strutturali.

I prebiotici sono in grado di indurre un aumento delle popolazioni di bifido batteri e lattobacilli, riducendo contemporaneamente quelle di clostridi e batterioides. Regolano inoltre il pH intestinale e stimolano la produzione di SCFA (acidi acetico, propionico e butirrico) in grado di nutrire e proteggere la mucosa. SCFA e MCFA sono acronimi di particolari acidi grassi, rispettivamente a corta (fino a 6 atomi di carbonio) e a media catena (da 6 a 12 atomi di carbonio), le cui fonti alimentari sono scarse e che sono prodotti per lo più dalla flora batterica del colon. Otre a nutrire gli enterociti, assieme alla glutammina, rivestono un ruolo di primaria importanza nella prevenzione di patologie a carico di questo apparato. Le fibre, oltre a nutrire la flora simbionte, sono idrofile,idratano e leniscono le mucose, inglobano grassi, zuccheri e acidi biliari, sequestrandoli al circolo enteroepatico e favorendone l’espulsione; inglobano anche ioni, come lo ione ammonio, risultando così di giovamento per i reni.

La loro azione complessiva risulta efficace per favorire un’ottima funzionalità intestinale. Dalla loro presenza dipende infatti la durata del transito intestinale delle feci, il loro volume, che rendono maggiore, e peso e consistenza, che si fa più morbida, che vengono ridotti, diminuendo così la possibilità di insorgenza di varie patologie intestinali, come diverticoli, ernie, emorroidi e vene varicose degli arti inferiori. Ricordiamo infine che oggi si parla proprio di un indice prebiotico, in base al quale si può classificare la capacità dei diversi prebiotici di indurre la proliferazione dei batteri “amici” a discapito dei patogeni. Per la salute della nostra flora, dobbiamo poi dire che un ottimo aiuto arriva anche da un uso sapiente degli oli essenziali che vanno comunque utilizzati solo sotto consiglio di un professionista qualificato. Ne citerò solo uno, esclusivamente a titolo di esempio, per aprire una finestra riguardo alle possibilità di intervento in campo salutistico che arrivano dalla scienza dell’ aromaterapia, che di O.E. appunto si occupa. Parliamo delle virtù dell’ O.E. di Origano, ed in particolare di quello estratto dal comune Origanum vulgare, pianta erbacea che cresce bene nelle zone di boscaglie rade, diffusa in tutta Europa e nell’Asia centro-meridionale. Quest’olio ha comprovate proprietà di ridurre la permeabilità della mucosa intestinale, contrastando la cosiddetta Leaky Gut Syndrome. E’ inoltre bifidogeno, antimicrobico verso la flora patogena e non verso quella amica ed antinfiammatorio. E’pure un ottimo antiparassitario ed ha effetto protettivo antigenotossico in presenza di sostanze mutagene. Risulta pertanto avere innumerevoli virtù oltre a quella di mostrarsi un eccellente prebiotico.


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